∞ O104

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Bacoli (NA), piscina mirabilis

Quando si dice fortuna nella sfortuna.

Il campo visivo del parabrezza, ristretto dall’angusto e erto viottolo, occulta una maligna sporgenza cementizia, una di quelle usate per pareggiare i dislivelli tra piano strada e gli ingressi di ville e case. Il trancio del copertone è netto e fatale: colpito a morte si affloscia alquanto in fretta, sotto i miei occhi e il mio cuore disperati. I primi, però, esaltati dall’adrenalina riportano alla mente quanto hanno memorizzato (senza vedere) qualche istante pria il disastro: un gommista a quattro passi, miracolosamente, nel deserto assolato di un pomeriggio di fine estate. Perciò lo scoramento è fugace: una rapido cambio di marcia, sfruttando ancora quel po’ di gomma ancora aerata, e la salvezza è raggiunta. Scacciati i fantasmi del carro attrezzi e di una giornata nera.

Rinfrancato, seppur depauperato di 80 euro, lascio la macchina dal salvatore e porto a termine la missione.

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La Piscina mirabilis (Bacoli-NA) altro non è che una cisterna di acqua potabile, serbatoio terminale dell’acquedotto augusteo, che portava le acque dalle sorgenti del fiume Serino sino ai Campi Flegrei (cioè quell’ampio territorio di origine vulcanica che circoscrive il golfo di Pozzuoli, di cui Bacoli naturalmente fa parte).

E’ la più grande mai costruita (pare) dagli antichi romani. Grazie ad essa si approvvigionavano le navi della marina militare romana (porto di Miseno, poco lontano). Interamente scavata nel tufo ha una capacità di circa 12000 metri cubi.

L’ingresso gratuito ha solo addolcito le amarezze della tasca intristita nella sua solitudine. Non certo la frustrazione per un’avventura che, in fondo, si è rivelata non all’altezza delle aspettative.

Nella foto una delle navate che compongono la cisterna o mirabile piscina.