Una falange avvelenata

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Così, alla fine del suo articolo (laRepubblica 27.1.13), Francesco Merlo sintetizza il suo giudizio (o livore ) su Beppe Grillo.

Livore che, francamente mi ha evocato solo disgusto. Disgusto per la evidente aggressiva e violenta faziositĂ  (la violenza si esterna, talvolta, ancor meglio con le parole, con la penna) espressa dall’autore di questa lunga invettiva. Grillo viene smantellato senz’appello, condannato al rogo per stregoneria. Francesco Merlo, evidentemente, ha timore per la paccottiglia di cialtroni ancorata sulle sedie e impegnata perennemente a sbafare. Paventa possa subire qualche scossone, qualche perdita. Si preoccupa che sia costretta a rinunciare a qualche centinaio d’euro o a rimboccarsi le maniche e lavorare per davvero o, peggio, teme che vada ad ad ingolfare le patrie galere. Insomma, anche se remota e forse anche utopistica, intravede una chance: che il falansterio, di cui probabilmente è membro, possa sgretolarsi sotto i colpi di un singulto di rinnovamento. E così, a testa bassa, inciprignito, depenna con furore il fantasma sul palcoscenico.

Scacco Matto (Beppe Grillo)

“Scacco matto in due mosse in sole 24 ore.
Prima mossa f2-f3 e7-e5. 169 senatori salvano, con voto segreto, dagli arresti domiciliari, chiesto dai magistrati di Napoli, Sergio De Gregorio per fumus persecutionis. “Gregory Speck“, del Pdl è l’esempio vivente che la fisognomica a volte ci prende. L’eterno trionfo dell’inciucio in Senato, con baci e abbracci dopo la votazione, prelude al prossimo salvataggio del tesoriere Lusi della Margherita in conto Pdmenoelle che ha tirato in ballo Francesco Rutelli, Rosy Bindi, Matteo Renzi, Beppe Fioroni, Dario Franceschini, Paolo Gentiloni ed Ermete Realacci.
Se finisce dentro potrebbe cantare come un usignolo o fare la fine di Pisciotta e Sindona. Entrambe le ipotesi non sono però “politicamente corrette“. Gli scommettitori danno per certo il niet all’arresto del tesoriere di sinistra. De Gregorio val bene un Lusi, forse anche due.


Seconda mossa g2-g4 D8-h4. La mozione di sfiducia a Forminchioni, governatore abusivo della Lombardia, arrivato al quarto mandato (terzo consecutivo) per le vacanze finanziate dal faccendiere Piero Daccò, viene respinta da Pdl e Lega. La sfiducia era stata chiesta con squillar di trombe e rullar di tamburi dal Pdmenoelle, per l’esattezza dal suo capogruppo Luca Gaffuri.

Ma, al momento del voto Gaffuri era assente, nel solco della tradizione pdimenoellina. Si trovava a Kos, in Grecia, a mostrar le chiappe chiare.Gaffuri ha tenuto a precisare dalla spiaggia, coperto da un leggero sciabordio delle onde “Nessuno può dubitare del mio impegno per indurre Formigoni alle dimissioni e rinnovare l’amministrazione in Lombardia. Il resto è fumo negli occhi“. Come per De Gregorio, al Pirellone si sono sprecati baci e abbracci per lo scampato pericolo.
Lo scacco matto in due mosse è detto “dello stupido“. Stupidi che si impiccano da soli su una scacchiera”

Beppe Grillo (blog)

Pecore nere

“Pecorella non è quell’agente di Polizia con pistola, manganello e casco (senza riconoscimento) in piedi di fronte a un valligiano a viso scoperto e disarmato. Non è una pecorella l’agente che non ha picchiato il dimostrante, come forse voleva la carta igienica piĂą cara del mondo che si vende nelle edicole italiane. No, lui eseguiva soltanto degli ordini, è un dipendente dello Stato. Pecorelle sono quel migliaio di parlamentariche si nascondono dietro a Rigor Montis, il tecnico nominato dalla BCE per garantire il valore dei nostri titoli pubblici comprati dalle banche francesi e tedesche. Esseri invertebrati che non hanno il coraggio di scelte impopolari, di metterci la faccia. Hanno chiamato la Governante di Varese a fare le pulizie al loro posto. Pecorelle che votano a comando della Merkel per interposta persona. Premono un pulsante, gioiosi per la quotidiana macellazione del Paese, mentre incassano 20.000 euro al mese e l’Italia muore.
L’Italia muore, nella disoccupazione, nell’inflazione, nel debito pubblico che continua a crescere, nelle aziende chiuse lungo le strade. L’Italia muore nella democrazia tradita, nelle facce di Bersani e di Fassino, di Alfano e di Maroni. Pecorelle che belano. Beee, beee, beee. Belano stronzate e ne sono fieri. Loro, in fondo, che c’entrano. Hanno distrutto l’economia italiana, ma non è colpa loro. GiĂ  di chi è la colpa? Di chi è questa fottuta colpa?
Le pecorelle si indignano soltanto quando i cittadini si incazzano. Li vogliono pecoroni. Li tengono a pecorina grazie a un’informazione che farebbe arrossire persino la Pravda. La maggioranza degli italiani non sa nulla di ciò che succede nel nostro Paese, in buona parte non vuole neppure saperlo. Se ne frega. Se i cittadini alzano la testa, come avviene in Val di Susa, sono criminalizzati.La Tav serve unicamente a nutrire le pecorelle, a riempire le mangiatoie, le cooperative rosse, bianche e le varie lobby. Su questa torta c’è la ciliegina della ‘ndrangheta che appoggia la Tav. L’unico a non saperlo è Rigor Montis che non si capisce se ci è o se ci fa. I treni in Italia sono al collasso, la Salerno – Reggio Calabria è ancora incompiuta dopo decenni e lui sottrae 22 miliardi a pensioni e investimenti “Per non staccare l’Italia dall’Europa“. Una battuta degna del miglior Zelig o di Mastella. Studi le carte, caro Monti, studi, e capirĂ  che lo scempio ambientale e economico della Valle di Susa può essere il suo Vietnam e la fine anticipata e ingloriosa di un governo autoreferenziale. Beeeeeeeeeee! Un belato vi seppellirĂ .”

Beppe Grillo,  3.3.12

Summum ius, summa iniuria

 

 

 

“Avevo rubato due magliette all’Oviesse e mi hanno scoperta. Non so neppure perchĂ© l’ho fatto, la mia vita è un disastro, senza soldi nĂ© lavoro e con una bambina da mantenere“. Così inizia il racconto della ragazza madre che ha denunciato lo stupro di gruppo in una caserma dei carabinieri. Questa ragazza è stata incarcerata d’urgenza per aver cercato di rubare due fottutissime magliette. Quanto valevano quelle magliette? 20 euro? 30 euro? E si sbatte in galera una persona per un furto del genere? Non era possibile denunciarla a piede libero? Metterla ai domiciliari? E il direttore del supermercato, una volta recuperata la refurtiva (che grande refurtiva…), non poteva ritirare la denuncia? No! Spietati con i morti di fame, con gli ultimi, a rigor di legge mentre per Nicola Cosentino  è stata respinta dalla Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera l’esecuzione della custodia cautelare per il reato di concorso esterno in associazione camorristica. Camorra, non due magliette del cazzo. Ti rifugi in Parlamento e sei in salvo, come Alberto Tedesco rinviato a giudizio per la sanitĂ  in Puglia. Ci sono i sommersi e i salvati in questo girone infernale che si chiama Italia, riprendendo la metafora di Primo Levi.  Esistono zone grigie di potere in cui tutto può succedere, ma solo ai piĂą deboli come a una donna senza famiglia con una figlia da mantenere. Cosa racconterĂ  alla sua bambina dopo l’arresto e lo stupro? Ogni giorno si commettono reati gravissimi sotto i nostri occhi e chi li commette non farĂ  mai un giorno di carcere, protetto dai suoi soldi, dagli avvocati, dalla casta a cui appartiene, sia essa politica, economica, criminale. Noi assistiamo, ci indigniamo e poi passiamo al caffè. Intanto, i sommersi, i ladri di polli, gli ultimi, finiscono in carcere, alcuni ci muoiono in carcere, c’è chi si suicida per la vergogna. Altri sono stuprati. E questa è giustizia? E questa è la legge?  Summum ius, summa iniuria. La giustizia è cieca, ma solo da un occhio.  Per i poveracci ci vede benissimo.

Beppe Grillo

 

FIAT voluntas tua

 

“Impiegati da una parte, operai dall’altra. Il referendum della Fiat è passato per pochi voti e ha spaccato in due i lavoratori. Ha creato un vuoto pericoloso che sarĂ  in qualche modo riempito. I lavoratori che si sono opposti al piano (misterioso) di Marchionne sono senza rappresentanza politica, senza riferimenti. In questo sabato mattina Torino, con il suo cielo grigio e nuovi spartacus per le strade, persone che hanno messo in gioco la loro dignitĂ  e hanno perso, è un inizio di qualcosa che ci è ignoto.
Il Governo si è schierato con il mercato. Il grande infame mercato della globalizzazione dove c’è sempre uno schiavo piĂą schiavo di te e il padrone, la multinazionale, le banche scelgono il piĂą obbediente. L’opposizione, che si oppone sempre molto meno di Ruby, ha abbandonato i dipendenti Fiat. E’ come se i sovietici si fossero alleati con i tedeschi nella seconda guerra mondiale (e in effetti andò così per un paio d’anni). Fassino e Chiamparino sono stati i migliori sponsor di Marchionne, se fossero stati operai avrebbero votato sì. Le mani di Veltroni o di D’Alema non hanno calli, il loro stipendio di un mese è superiore alla paga di un anno di un turnista. Anche chi ha votato sì ha perso. Sa che lo Stato si schiererĂ  con la prossima Fiat, la prossima Telecom, la prossima Finmeccanica, mai con lui. Per salvare il posto di lavoro si adeguerĂ  ancora e ancora, fino a perdere ogni diritto. Il profitto non è mai sazio.”

Beppe Grillo